Il titolo di questo post me l’ha suggerito l’ultima fatica letteraria di Daria Bignardi, Libri che mi hanno rovinato la vita e altri amori malinconici, che in questo periodo è in tour per presentarla al grande pubblico. Il titolo è bellissimo e le interviste che ho letto e ho ascoltato mi hanno fatto venire voglia di leggerlo. Così, mentre lo ordinavo dalla mia libraia di fiducia per farmelo tener via, ho provato a far mente locale sui libri che hanno rovinato la vita a me. E, mentre facevo l’elenco, ho realizzato che tra questi ce n’erano almeno una decina su Bergamo e i bergamaschi che me l’hanno addirittura sconvolta la vita. E così ho deciso che, parafrasando la Bignardi, dovevo assolutamente scrivere un articolo dal titolo “10 libri su Bergamo che mi hanno rovinato la vita (si fa per dire)”. Ed eccomi qua.
E’ un elenco strano, fatto di libri che non si trovano più in commercio, di libri nuovissimi e moderni, di libri che fanno sorridere, e persino di libri in bergamasco. Sono libri che (non tutti, per fortuna) mi hanno letteralmente schiaffeggiato obbligandomi a guardare Bergamo e la provincia in modo diverso. Sono libri che mi hanno fatto venir voglia di conoscere di più e meglio questo territorio così bello e pieno di storie, tanto che… ora non riesco più a smettere!
E siccome sono una blogger generosa, ho deciso di rovinare (si fa per dire) pure la vostra di vita. Così, se amate Bergamo e pensate di non conoscerla abbastanza, se l’idea di scoprirla in modo diverso dal solito vi stuzzica, ecco l’elenco dei libri che mi hanno rovinato… ops, cambiato la vita. E, visto che non riesco a smettere di parlare e scrivere di Bergamo e provincia e che voi continuate a leggermi, sono certa che apprezzerete.
Cose belle di casa nostra, di Luigi Angelini
Eccomi al primo dei 10 libri su Bergamo che mi hanno rovinato la vita (o me l’hanno migliorata, decidete voi): Cose belle di casa nostra di Luigi Angelini.
Comincio col dire che questo è un libro che ha più di settantanni ed è stato scritto dall’ingegner Luigi Angelini, una delle indimenticabili e indimenticate personalità bergamasche che tanto ha fatto per la città di Bergamo. Tra le tante cose, suo è stato il progetto del piano di risanamento di Città Alta, quello che ha trasformato una città con luci e ombre nella magnifica perla che tutti amiamo.
La seconda cosa che voglio dire è che questo libro me l’ha regalato il nipote di Luigi Angelini, il professor Piervaleriano Angelini, quando sono stata in visita al palazzo di famiglia. In quell’occasione ho toccato con mano quanti piccoli gioielli pieni di storia e di storie sono nascosti dietro i portoni, sulle pietre degli edifici, sulle facciate dei palazzi, negli angoli più nascosti di Bergamo.
Questo libro mi ha insegnato a non fermarmi al primo sguardo, ma ad osservare con attenzione tutti i particolari delle cose, anche i più piccoli e all’apparenza insignificanti che si trovano nelle chiese, nelle vie, sui muri dei palazzi, sulle facciate dei monumenti di Città Alta. Tra le pagine di Cose belle di casa nostra ho scoperto delle chicche che non avrei mai notato, che avevo guardato distrattamente o che non avevo capito.
Se volete saperne di più della mia visita a casa Angelini, leggete:
- Ammirare gli affreschi bramanteschi (?) di Casa Angelini raccontati da Piervaleriano Angelini
- Case d’artisti bergamaschi: le aule delle Lezioni Caritatevoli di Musica trasformate in atelier d’artista da Sandro Angelini
Bergamo passo passo – Nuova guida pratica ragionata della città, B. Gelmi – V. Sacchiero
Questa è una delle guide che ho acquistato su ebay perché non ne esiste una ristampa, o se esiste io non l’ho trovata. Possiamo dire che è la Bibbia delle guide turistiche bergamasche, nel senso che tutte le guide che lavorano sul territorio ne hanno una simile di edizioni più o meno recenti (la mia risale al 2001).
In Bergamo Passo Passo c’è tutto. Magari non sarà approfondito come una monografia, ma se dovete girare per Bergamo e avere notizie su tutto quello che vedete, qui lo trovate:
- Tempi di Bergamo,
- La Bergamo Moderna,
- La Città Antica,
- I Borghi,
- I Colli.
Io ogni tanto lo prendo e la sfoglio per farmi venire delle idee per gli articoli e trovo sempre qualche chicca interessante da approfondire.
Alle porte di Città Alta, V. Bailo- R. Cremaschi – P. Serra
Oramai questo libricino è alla ennesima ristampa. Tutti dovrebbero averne almeno una copia in casa perché questo è il libricino che vi conduce a piedi, gradino dopo gradino, nella storia e sulle storie di Bergamo. Mi ha cambiato la vita perché è un libricino che ti invita a fare fatica e che ti dimostra che la fatica ti può portare nella bellezza.
Qualcuno un giorno mi ha detto che a Bergamo noi camminiamo sulle storie e aveva ragione. In questo libro ci sono 33 itinerari e innumerevoli varianti. 115 strade, scalette, funicolari per salire (rigorosamente a piedi o in bicicletta).
Da quando ho letto tutto d’un fiato questo libro, ogni settimana, la domenica mattina scelgo un percorso e vado alla scoperta di Bergamo. A volte lo ripeto per diverse settimane di seguito e poi cambio. Ma ogni volta vivo un’esperienza nuova e non saprei più farne a meno. E non so se sono drogata di salite e scalette bergamasche, o se sono drogata di endorfine, quella droga buona che ti rende felice.
Mi ha rovinato la vita? Si, perché ora non saprei più fare a meno di una camminata in Città Alta, anche se si tratta di camminare in salita. Avete presente una tizia che cammina in salita e si ripete “Perché, perché, perché???”. Perché Bergamo è una città che va vissuta a piedi, con la fatica dei muscoli, una fatica buona. Ecco quella sono io!
Se volete saperne di più, leggete: Su e giù per le scalette di Bergamo a visitare la città in modo diverso
Bergamo Scolpita – Città Alta e Colli, M. Cattaneo – T. Rossi
Questo libro mi ha cambiato la vita perché è legato ad un incontro. Infatti, ne avevo letto su un giornale e dopo qualche giorno avevo trovato on line che a Villa di Serio le autrici l’avrebbero presentato al pubblico. Così ci sono andata e lì, ho conosciuto Tosca Rossi. Avevo iniziato a scrivere il blog da poco e non sapevo ancora dove mi avrebbe portato. Volevo imparare quante più cose possibili su Bergamo e andare alla presentazione di un libro che parlava della Bergamo Scolpita mi sembrava un buon inizio: non era la solita guida, era qualcosa di diverso, un modo di scoprire Bergamo guardando tutte le sue “emergenze” e sculture.
Ecco una parola con un doppio significato che mi ha cambiato la vita: avevo l’emergenza di scoprire e di raccontare Bergamo e le 101 da fare e da vedere almeno una volta nella vita e con il libro Bergamo Scolpita ho scoperto che ogni emergenza (nel senso di oggetto scolpito che affiora) racconta una storia. E’ stata una rivelazione.
Come è del resto è stata una rivelazione incontrare Tosca Rossi, una delle guide turistiche della città, esperta di storia dell’arte, autrice di questa e di molti altri libri su Bergamo. Adesso, ogni volta che ho un dubbio su un monumento o l’autore di un dipinto, o di un itinerario artistico, chiedo a lei.
Se volete saperne di più leggete: Due chiacchiere con Tosca Rossi, autrice di Bergamo Scolpita
Bergamo Scolpita – Centro Piacentiniano e Borghi, M. Cattaneo – T. Rossi
Anche questo libro mi ha rovinato la vita perché se prima ero innamorata solo di Bergamo Alta, con le sue stradine medievali, le sue emergenze tutte da raccontare, con questo volume mi sono innamorata senza ma e senza se anche della Bergamo bassa.
Grazie a questo volume ho scoperto cose che non avrei mai neanche sospettato. Su questo libro mi sono documentata ogni volta che mi è venuto lo sghiribizzo di scrivere qualcosa su Bergamo Bassa. Ogni riferimento rimanda a qualcosa che poi ti porta ad aver voglia di scoprire altro, in un viaggio continuo nella storia moderna e contemporanea artistica della città. Sono matta? Naaaaaaa. E’ tutta colpa di questo libro. Se lo leggerete, vedrete che succederà così anche a voi.
Qualche esempio di articolo che mi è stato ispirato da questo libro?
- Alziro Bergonzo a Bergamo: tour tra le opere che si trovano in città e il mistero di Casa Trussardi
- Artisti da riscoprire | A Bergamo, itinerario tra le opere di Nino Galizzi, scultore bergamasco
Guida all’architettura di Bergamo, 1900-2017, M. Bassanelli – M.C. Rodeschini
Avete mai guardato con attenzione la Casa Minima che c’è vicino allo stadio? Una casetta bianca, con il tetto a spiovente, strano, e le finestre con le tapparelle azzurre? Vi siete mai chiesti perché sia proprio in quella posizione, perché è diversa da ogni altra casetta da quelle parti? Vi siete mai chiesti perché abbia quella forma? Oppure siete stati in piazza Garibaldi e vi siete soffermati su quello strano edificio moderno? Ci siete mai entrati? Ne conoscete la storia? Oppure avete mai passeggiato tra le vie del Poler di Bergamo?
A tutte queste domande potete dare una risposta leggendo Guida all’Architettura di Bergamo. Io me lo sono divorato e per ogni scheda relativa agli edifici moderni di Bergamo ho una storia da raccontare, una curiosità di colmare, una suggestione da vivere…
E ora, quando sento qualcuno criticare un edificio all’apparenza strano e strampalato realizzato nel ‘900 mi si muove l’anima e vorrei fargli leggere questo libro, fargli scoprire che forse tra 200 anni, o 300, i nipoti dei nostri pronipoti guarderanno questi edifici e diranno: Che meraviglia, questi sì che erano monumenti e palazzi pazzeschi!
Se volete approfondire, leggete:
- Festeggiare i settantadue anni (portati bene) della “casa minima” di Pino Pizzigoni.
- In tour virtuale alla scoperta della chiesa di Longuelo che ricorda una tenda (o un extraterrestre)
- (Ri)scoprire Città Bassa (e non solo) con la nuova Guida dell’Architettura di Bergamo 1907>2017
Bergamo Insolita e segreta, Emanuele Roncalli
I puristi delle guide turistiche tradizionali, tutte monumenti e date, hanno un po’ hanno storto in naso quando hanno visto la guida Bergamo Insolita e Segreta scritta con un taglio così moderno. Io, che invece conoscevo già la collana, appena ho saputo che era stata pubblicata mi sono subito fiondata in libreria per acquistarla. E se qualcuno che viene da fuori mi chiede un consiglio su una guida carina per visitare Bergamo in pochi giorni, gli consiglio subito questa e vado sul sicuro.
Volete sapere perché mi ha rovinato la vita? Perché leggendola mi sono resa conto che le curiosità di Bergamo sono in-fi-ni-te! Di quelle contenute in Bergamo insolita e segreta ne conoscevo solo una parte e quando è uscito il libro io avevo già scritto almeno 200 articoli su questo blog ed erano quasi tutti di curiosità e cose insolite. Insomma, di questo passo per fare qualcosa di completo ed esaustivo sarei dovuta arrivare a scrivere Cose di Bergamo – 1001 cose da fare a Bergamo e provincia almeno una volta nella vita, e forse oltre!
Ovviamente appena è uscita anche la guida Brescia insolita e segreta, sempre dello stesso autore l’ho acquistata, in vista di Bergamo e Brescia capitali della Cultura 2023. Fatelo, mi raccomando!
La Bergafemmina, Adriana Lorenzi
La prima volta che ho sentito la parola bergafemmina ero ad una sagra di paese a Treviolo. Una signora dell’organizzazione stava portando via i vassoi con i resti delle costine e si è fermata a scambiare due chiacchiere al mio tavolo. Avete presenti quelle chiacchiere divertenti sulle differenze tra uomini e donne, quelle che non impegnano ma che fanno ridere un po’ tutti? Ad un certo punto, dopo un paio di battute, mi guarda e mi dice:
“Lei signora non è di Bergamo, vero?
E io: “No, vengo da Milano, ma ho sposato un bergamasco e mio figlio è nato a Bergamo. Prima o poi mi daranno la cittadinanza. Non so bene quando, ma prima o poi tocca pure a me“.
Lei mi ha guardato e mi ha detto strizzandomi l’occhio: “Stia attenta signora. Anche io vengo da Milano, ma ormai se lo sono dimenticati tutti e pensano che sia una bergafemmina”.
Non so perché, ma ho subito trovato questo termine simpatico e ho pensato che fosse perfetto, pulito, quasi dissacrante, ma completamente integrato nella cultura bergamasca. L’ho tenuto in un cassetto, fino a quando non ho trovato in libreria il libro La Bergafemmina di Adriana Lorenzi, che ho acquistato e divorato. E’ talmente bello che ogni tanto lo rileggo e quando posso, se mi chiedono chi sono, rispondo: “Sono una bergafemmina, o almeno tento di diventarlo”. Sì, perchè ora è questa la mia aspirazione. Altro che milanese!
Animali mitologici bergamaschi, Vecchio Daino
Gli animali mitologici bergamaschi sono delle strane creatura, senza tempo e senza forma. Vivono fra noi, anche se spesso fanno finta di non esistere. Ma ci sono. E sono degli animali dal nome impronunciabile, che popolano le frasi che si ascoltano ogni giorno nelle vie, nelle piazze e nelle case di Bergamo e provincia.
Gli Animali Mitologici Bergamaschi sono anche nella galleria descritta e illustrata nel divertentissimo libretto curato da Ezio Mario Foresti (il Vecchio Daino, appunto). Dopo averlo letto non sono più stata la stessa.
Quando sono arrivata a Bergamo 26 anni fa già sapevo di essere nella folta schiera di Cicianebia (nell’immaginario bergamasco chissà perché a Milano c’è sempre la nebbia, e i milanesi si cibano di cassoela e nebbia), ma in poco tempo ho scoperto di essere anche una principèssa dal cül de pèssa (visto che lavoravo meno di 14 ore al giorno e non sollevavo pesi da 100 chili) e che all’occorrenza potevo anche essere una Saiòta (la femmina del saiot, quella che inciampa e cade maldestramente).
Sapere di essere anche qualche altro strano animale mi ha rovinato la vita. Ma mi ha anche fatto tanto tanto ridere. Se volete saperne di più, leggete: Andare a caccia di Animali Mitologici Bergamaschi in compagnia del Vecchio Daino
Ol Principì, Antoine de Saint-Exupery
Tradurre in bergamasco un libro che è stato compagno di infanzia di intere generazioni non deve essere stata un’operazione semplice e mi immagino che abbia fatto un po’ tremare i polsi ai traduttori che negli anni hanno ripreso in mano Il Piccolo Principe per tradurlo nelle 200 lingue in cui è stato tradotto. Ma adattare una lingua di origini rustiche come il bergamasco a un libro che parla di sentimenti e amicizia, deve essere stata una sfida non da poco.
Giusto per chiarirlo: leggere Ol Principì tutto in bergamasco con la versione in italiano accanto, è una sfida non da poco per chi come me ha amato molto il Piccolo Principe. Ci sono alcuni passaggi indimenticabili che valeva la pena di leggere sia in italiano che in bergamasco. Come vale sempre la pena soffermarsi sugli acquerelli dell’autore del racconto, che oggi sono un’icona tanto quanto il libro e il personaggio.
“Si vede solo col cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi” è stata una delle frasi che sono andata a cercare come prima cosa aprendo e oggi quella stessa frase è finita sulle tazze di Cose di Bergamo in lingua bergamasca: “A s’ vèd bé dóma col cör. Chèl che cönta de piö i öcc i la èd mia“. Se ci credete questa frase vi rovinerà la vita, perché gli occhi davvero non vedono quello che il cuore sente…
Per saperne di più, leggete: Leggere Ol Principì, il racconto di Saint-Exupéry tradotto in bergamasco e commuoversi
Ciao! Uno dei tuoi articoli più belli che io abbia mai letto! Grazie per tutti questi meravigliosi libri, che cercherò uno per uno! Amo come scrivi, continua così! Grazie Marilisa
Grazie mille davvero. Sono contenta che vi piacciano questi articoli, perché sono scritti tutti con passione. Un grazie sentito.
Ti leggo sempre volentieri da bergamasco doc a parmigiano , i tuoi articoli mi fanno compagnia e ti dirò mi commuovono. Ricordo l’infanzia e l’adolescenza vissute in quella meraviglia di città che tu descrivi alla perfezione.grazie per tutto quello che fai . Gianfranco Suardi
Grazie davvero per questo messaggio. Sono io ad essere commossa da tanta gentilezza e apprezzamento. Grazie.
Sono un brianzolo con seconda casa vicino a Bergamo. Grazie per gli articoli che pubblichi. Ho avuto modo grazie a te
di conoscere e visitare luoghi , monumenti , piatti tipici e bergamaschi che altrimenti non avrei conosciuto così in maniera approfondita.
Volevo cortesemente sapere dove posso trovare il libro Bergafennima ? Grazie ancora di cuore
Ciao, se clicchi sul titolo del libro nel mio articolo lo puoi acquistare on line. Altrimenti nelle librerie di Bergamo non è difficile trovarlo nella sezione dedicata ai libri sulla città o scritti da bergamaschi.