gita in battello sull'Adda con Addainsieme

Gita in battello sull’Adda: da Trezzo a Bottanuco, alla scoperta delle bellezze del fiume

Non c’è niente di più bello che andare sul fiume una domenica pomeriggio, col battello, e lasciarsi trasportare dal dondolio dell’acqua. Ecco perché, in questo caldo mese di luglio che si preannuncia tra i più caldi di sempre, tra le 101 cose da fare almeno una volta nella vita inserisco un’esperienza outdoor da farsi sul confine della provincia bergamasca. Una gita in battello sull’Adda alla scoperta della storia e delle storie del fiume che separa la provincia di Bergamo dalla provincia di Milano. Si, perché il  fiume Adda, per un lungo tratto fa proprio da confine tra le due province. Un confine naturale che mostra le differenze tra un territorio e l’altro e che ti fa amare sempre di più la natura che lo circonda.

Ritrovo a Trezzo sull’Adda, sul fiume, in prossimità del Circolo Canottieri Tritium. Qui troverete il pontile di attracco del battello Addainsieme  e il corner dove acquistare i biglietti. Il battello parte ogni ora e può portare fino a 25/30 persone. Vi consiglio di arrivare con un po’ di anticipo perché prima salgono le persone che hanno prenotato e poi salgono quelle che acquistano i biglietti sul posto.

 

Acquistando il biglietto su groupon.it potete scegliere se fare anche aperitivo a bordo. Sapevo che esisteva la possibilità, ma avendo acquistato i biglietti prima di salire non ci è stata offerta l’opzione e quindi ci siamo ritrovati su una barca divisa a metà: una quindicina di persone mangiavano e bevevano e gli altri guardavano. Comunque non è fastidioso perché la verità è che io ho guardato tutto il tempo fuori, verso le sponde del fiume e non ho fatto caso a chi mangiava.

Battello sull'Adda


La Centrale Taccani e il Castello Visconteo

Lo scenario che si presenta agli occhi del navigatore alla partenza è unico: la grande ansa del fiume formata dall’ultimo baluardo del “ceppo dell’Adda” è dominata dall’imponente mole del Castello Visconteo di origine longobarda. Ai suoi piedi la centrale idroelettrica Taccani capolavoro Liberty in stile eclettico, vera e propria cattedrale dell’energia, che si inserisce perfettamente nel paesaggio naturale del fiume.

La centrale Taccani è attiva dai primi del ‘900 e da allora non ha mai smesso di lavorare un giorno producendo energia pulita: all’inizio per 5000 persone e oggi, grazie ai vari lavori di rammodernamento, è arrivata a servire 75.000 persone. Fu voluta da Crespi all’inizio del secolo scorso per dare energia alla filanda e al villaggio operaio che si trova poco più a sud. Fu progettata dallo stesso architetto che progettò il mausoleo della famiglia Crespi nel cimitero del villaggio. Il rivestimento in ceppo dell’Adda è lo stesso che riveste il mausoleo dei Crespi (e anche il cimitero monumentale di Bergamo) e che rivestiva il castello di Trezzo prima che Napoleone lo smontasse e lo facesse portare a Milano per rivestire l’Arena.

Centrale idroelettrica Taccani e castello Visconteo di Trezzo

Come vi sarete accorti in poche righe ho riassunto un mondo di informazioni: Liberty, Crespi, Bergamo, Visconti, Napoleone, Milano, Arena…

Forse ti interesserà leggere: Trezzo sull’Adda: alla scoperta della Centrale idroelettrica Taccani, gioiello di ingegneria dal gusto Liberty

Di qua Bergamo, di là Milano: due sponde molto diverse

La sponda bergamasca del fiume (quella sulla destra, con un declivio scosceso) è molto diversa da quella milanese: è una radura naturale che entra letteralmente nell’acqua del fiume. La vegetazione via via si spinge verso l’acqua, prima diventando riparo o nido per gli uccelli, poi, una volta entrata in acqua, diventando limo e quindi nutrimento per la vegetazione.

Durante la navigazione vedrete delle piccole anse dove le persone fanno il bagno circondate da una fitta vegetazione. Ecco, sappiate che proprio grazie a questa vegetazione la corrente del fiume è meno forte e di conseguenza il bagno è meno pericoloso.

La sponda milanese invece è più piatta e ha meno vegetazione che entra in acqua. La corrente dell’acqua che lambisce questa sponda, quindi, è più veloce e rende il bagno molto meno sicuro. Oggi la riva milanese è stata trasformata in ciclabile e in pista pedonale tanto amata dai cicloturisti e dai runner (io stessa per anni ci ho corso sopra). Viene percorsa da Brivio fino a Milano, sul Naviglio Martesana.

Forse ti interesserà leggere anche: Cicloturismo a Bergamo: 6 percorsi ciclabili tra arte e natura in provincia di Bergamo

L’oasi naturale, paradiso di birdwatcher e di pescatori

Dopo aver lasciato il porto, il battello si  dirige verso nord dove, e in circa 10 minuti di navigazione giunge ad una bellissima oasi naturale che accoglie diverse specie animali tra cui cigni, svassi, folaghe, germani reali e… tartarughe d’acqua.

Birdwatching Luca Spennacchio.jpg

Se vi chiedete che specie di tartarughe siano originarie del fiume Adda sappiate che non troverete la risposta. Infatti queste tartarughe non sono autoctone, ma sono state liberate  su queste sponde una ventina di anni fa da qualcuno che non poteva più tenerle in casa e da allora, non trovando predatori, si sono moltiplicate.

Comunque sappiate che questo è il regno dei birdwatcher. Nel mese di maggio, potete trovarli appostati lungo le rive del fiume armati di teleobiettivi lunghi come cannoni, intenti a fotografare i volatili durante la cova, gli amori o mentre si librano in volo a pelo d’acqua…

 


I pesci che nuotano nell’Adda

Se invece vogliamo parlare di quello che si trova sotto il pelo dell’acqua, eccoci alla volta dei pesci. Questo tratto di fiume ha preservato le sue caratteristiche di grande fiume di pianura con fauna ittica quasi esclusivamente composta di pesce autoctono. Forte la presenza di cavedani e barbi e da alcuni anni si nota un significativo ritorno del pago, un pesce endemico protetto dalla normativa europea la cui presenza era diminuita in maniera preoccupante.

Fra Trezzo e Carnate si possono pescare carpe, tinche e grossi carassi. Scarse invece le alborelle e i triotti che un tempo erano fortemente presenti e che costituivano abbondante foraggio per i numerosi lucci concentrati nel laghetto.

Per chi fa una pesca dedicata e selettiva c’è la possibilità di catturare qualche siluro, la cui presenza è in preoccupante aumento.


La zona della cava di Bottanuco

Terminata l’osservazione e la spiegazione si prosegue verso nord (direzione Porto d’Adda) fino a raggiungere la zona di Villa Paradiso dove la natura del Parco Adda Nord circonda ogni angolo visibile.

Si torna verso Trezzo

Arrivati nei pressi di Bottanuco il battello inizia le manovre per tornare indietro. Siamo nella zona in cui si trova la cava: dal fiume non si vede, coperta dalla vegetazione, ma dietro gli alberi si intuisce che c’è qualcosa. Io mi ricordo di esserci passata, attraversandola, un po’ di anni fa durante una tapasciata in pieno inverno addirittura con la neve. Mentre ci ripensavo ho avuto un piccolo brivido di freddo: “Che basti pensare alla neve per stare meglio?” In realtà no, ma la sensazione per un attimo è stata bella.

 

I pescatori e le lavandaie

Invertita la rotta il battello di Addainsieme comincia a costeggiare la parte opposta del fiume passando dalla zona dei pescatori (sponda milanese) e poi, tagliando nuovamente il fiume raggiunge la vecchia spiaggia di sassi delle lavandaie (sponda bergamasca).

 

La vita delle lavandaie sull’Adda

Mentre passavo davanti alla zona delle lavandaie non ho potuto fare a meno di pensare al Lavatoio di Città Alta, che rimase in funzione fino agli anni Cinquanta e al Lavatoio di Crespi d’Adda, che grazie alla Centrale Taccani aveva acqua calda già i primi del Novecento. Mentre qui, le donne dovevano proprio entrare nel fiume per lavare i panni e garantire un po’ di igiene alla propria famiglia. Devo dire che questa cosa mi ha fatto riflettere sulla durezza della vita delle donne di un tempo e a quanto fossero diverse le condizioni anche solo a pochi chilometri di distanza.

Pescare nel tratto di Adda chiamato Laghetto

Non è la prima volta che incontro i pescatori sulla sponda dell’Adda: qui, il fiume fa un ampia ESSE e si allarga notevolmente fino a superare i 100 metri di larghezza. Questo tratto chiamato il Laghetto presenta un fondale variabile con secche e zone profonde anche 8 metri.

La tecnica di pesca maggiormente praticata è la bolognese, fatta con lunghe canne di 7 / 8 metri, con galleggianti di portata variabile tra i 4 e i 12 grammi, secondo la velocità della corrente. Piombatura preferibilmente fatta di lunghe corone di pallini a distanza progressivamente decrescente. La caratteristica della pesca in questo tratto di fiume è che bisogna dare tanta (ma veramente tanta) pastura.

I trezzesi praticano da sempre una pesca molto spartana e rudimentale, ma concreta, utilizzando invece del pasturatore una capace retina appesantita con un sasso. L’esca più utilizzata è certamente il cagnotto ma c’è anche chi pesca con il pane.


Leonardo da Vinci e l’Adda

Non si può parlare di Adda senza citare Leonardo da Vinci“, ce lo ricorda la guida che ci sta mostrando i segreti e le bellezze del fiume. “Soprattutto quest’anno che ricorre il 500esimo anniversario della sua morte“.

Leonardo soggiornò a Milano per due lunghi periodi: dal 1482 al 1500 e ancora dal 1506 al 1512. L’amicizia con il nobile milanese Girolamo Melzi lo condusse spesso nella residenza di campagna della famiglia, a Vaprio d’Adda, dove prese come suo allievo il figlio Francesco che lo avrebbe accompagnato fino alla morte in Francia, ereditandone i codici. A Vaprio d’Adda trascorse in tutto 4 anni: 2 consecutivi e due andando avanti e indietro da Milano.

Forse ti interesserà leggere anche: Lo sapevate già? Anche la Gioconda fu  dipinta sull’Adda. Lo direbbero studi geomorfologici e il confronto con l’altra Gioconda.

Durante i suoi soggiorni lungo le rive del fiume, Leonardo condusse studi ed esperimenti per il suo trattato “Delle Acque” e ritrasse i paesaggi del medio corso dell’Adda: il fiume tra Monasterolo e Trezzo (Windsor, Royal Library), la Martesana e il promontorio di Concesa (Windsor, Royal Library), il traghetto (“porto”) tra Vaprio e Canonica (Windsor, Royal Library) praticamente identico a quello tutt’oggi funzionante a Imbersago, il castello di Trezzo (ne disegnò la pianta), la Forra d’Adda – con il famoso scorcio dei Tre corni, (li dipinse nello sfondo della Vergine delle Rocce e, forse, della Monna Lisa).

Concepì e progettò migliorie e aggiornamenti tecnologici per le chiuse idrauliche (che furono dette da allora “conche vinciane”), progettò il Naviglio di Paderno per collegare il lago di Como con la città di Milano (Codice Atlantico).

Forse ti interesserà leggere anche: Dal Traghetto di Leonardo, tra Villa d’Adda e Imbersago, alle chiuse: leggende e verità sulle opere idrauliche vinciane.


Il ritorno al porto

Scendendo ancora verso Sud si arriva ad un’ultima oasi  dove uccelli di varie specie riposano e nidificano all’ombra del parco.

 

Puntando verso la Centrale eccoci arrivati al punto di partenza, dopo aver conosciuto il fiume in ogni sua forma da un punto di vista davvero inedito per me, il battello. Com’è stato? bellissimo e non mi sono accorta quasi di essere sull’acqua. E per me che ho avuto mal di mare persino sulla Passerella di Christo devo dire che è assolutamente stupendo.

 

Informazioni utili

L’imbarco è a Trezzo sull’Adda (via Alzaia, zona Centrale Taccani). Per arrivarci dovete parcheggiare a Trezzo, in uno dei parcheggi che si trovano in paese e scendere verso il fiume. La domenica pomeriggio è zona a traffico limitato e possono accedere in auto solo i residenti. Seguite le indicazioni per la Centrale Taccani.

Il biglietto costa 8 euro (senza aperitivo).
Per informazioni su eventuali aperitivi andate sul sito addainsieme.it o sul sito Groupon.

Note

Le foto sono mie e sono state scattate il 30 giugno 2019 durante la gita in battello. I biglietti per due persone sono stati regolarmente pagati e sono conservati su supporto digitale. 

Se volete sapere quali sono le misure di sicurezza Anti Covid messe in atto per rendere sicura questa gita, contattate direttamente il gestore o andate sul sito. 

 

34 comments

  1. Abitavo a Bernareggio e non sapevo proprio che ci fosse la possibilità di fare un giro in barca sull’Adda! Che peccato! Leggendo il tuo blog sto scoprendo un sacco di cose nuove!

  2. Una zona che non conoscevo che mi ha subito colpito 🙂 Chissà che bella pace! Bellissima la foto del cigno… un animale meraviglioso, seppur spesso “antipatico”.

  3. Ma sai che non sapevo si potessero fare delle gite sul fiume Adda. Deve essere un’esperienza molto bella.

    1. Si. Io amo questo fiume perché ti permette di correre, andare in bicicletta, andare in canoa e sul battello.

  4. A me piace molto vedere le rive dall’acqua, permette di cogliere aspetti di cui altrimenti neanche ci si accorgerebbe. Interessante questa gita sull’Adda, mi piacerebbe di certo.

  5. Prima abitavo lì vicino e Trezzo era spesso meta di visite do.enicali,passeggiate o pedalate. Ora ci porto mio figlio,anche se raramente purtroppo

  6. Non sapevo si potessero fare le gite sul fiume Adda, una buona occasione per scoprire il territorio!

  7. Ma grazie Raffy, non sapevo esistesse il battello che fa il giro dell’adda. Io adoro salire su questi battelli che vanno lenti e ammirare un po’ alla volta il paesaggio. E ora devo aggiugnerlo alla lunghissima lista dei posti che, causa tua (scherzo) devo visitare assoluatamente

  8. Chissà se è possibile esplorare l’Adda in paddleboard!!! Noi siamo sempre alla ricerca di pozze o corsi d’acqua su cui pagaiare. Devo dire che farlo qui sarebbe davvero un esperienza fantastica da raccontare!!!

  9. Lo avevo in programma proprio sabato scorso ma poi un imprevisto di salute del piccolo ci ha fatto cambiare programma, Entro la stagione sicuramente lo farò!

    1. Ne vale la pena. Non so se a un bambino potrebbe piacere. Non è un’attività molto dinamica…

  10. Le gite in battello mi piacciono sempre un sacco. Considerando la particolarità di questa poi è davvero da non perdere. Considerando che si può fare anche l’aperitivo volendo diventa un’opzione da più sfumature. Molto interessante per davvero, non sapevo proprio i potesse fare sull’Adda!

  11. Deve essere stata una gita fantastica, poi vedere tutte quelle bellezze dal punto di vista del fiume. Foto stupende. sicuramente è un’esperienza da fare. Grazie dell’articolo e delle informazioni.

  12. Questa gita in battello sono sicura piacerebbe un sacco ai miei bambini. Un’ottima idea per una gita domenica immersi nella natura.

    1. Non lo so. Non c’erano molti bambini in battello. Ma forse semplicemente perché io sono andata su quello che offriva l’aperitivo. Ma forse nelle ore pomeridiane si divertono di più. 😊

  13. Molto interessante. Alla fine conosco pochissimo questa zona, pur essendo anche io Lombarda. Tra l’altro la navigazione sul fiume mi piace molto: la trovo suggestiva e rilassante (al contrario di quella sul mare, che “soffro”)

  14. I giri in battello donano quel senso di pace dato dal dondolio sull’acqua. Anch’io come te, resterei a guardare sempre fuori, soprattutto alla ricerca degli uccelli da guardare!

  15. Ieri pensavo di acquistare un buono simile per una gita in catamarano qui in Salento, con aperitivo a bordo. Sono esperienze particolari, poi la tua mi affascina moltissimo perché amo gli animali. Forte che le tartarughe si siano moltiplicate così. 🙂

  16. Bel racconto, ricco di informazioni dettagliate. Non conoscevo il tuo blog, ma la prossima volta che visiterò Bergamo lo terrò sicuramente in considerazione: è pieno di informazioni utili ed interessanti. 😊

    1. No, ha abitato anche a Vaprio d’Adda per un po’ di tempo. Si dice infatti che Francesco fosse il suo amante, ma questa informazione non trova nessuna conferma ufficiale. Quello che è certo che quando andò in Francia, Francesco lo seguì. Per quanto riguarda invece il suo soggiorno sulle sponde dell’Adda, questo trova riscontro in molti dei suoi scritti e Codici. Il Traghetto di Leonardo che si trova a Imbersago fu progettato proprio da lui per collegare la sponda bergamasca con quella milanese…

  17. Ma che bellezza! Sai che non sapevo si potesse navigare sull’Adda? Mi sa che è una delle cose che potrei fare in agosto.

  18. Non vivendo vicino al mare, sono da sempre attratta dai fiumi e ho trascorso tantissimo tempo vicino ai “fiumi di Torino” 🙂
    Quando programmo la visita in un posto nuovo, vado sempre a cercare sulla cartina i fiumi e i parchi.
    Mi è piaciuta molto la tua idea di questa gita in Battello sull’Adda e complimenti per le foto che hai fatto!

  19. Cavolo, è una gita bellissima da tenere presente soprattutto con questo caldo asfissiante.. Non ho mai fatto un bagno in un fuime così grosso, da provare anche se mi sembra “strano” !

  20. Ma che bello questo racconto, e anche le foto! E’ davvero una gita molto bella, immersi nella natura e magari anche nel fresco.

  21. Non potrei essere più d’accordo con l’incipit del post, ho imparato ad apprezzare le gite fluviali e hanno un che di unico.
    quella che descrivi poi ha veramente tutto, dalla natura alle bellezze costruite dall’uomo. Insomma, che voglia di provare! (possibilmente con aperitivo!)

  22. Redazionale molto bello e completo di notizie e di immagini. Vorrei solo aggiungere, per quanto riguarda Leonardo da Vinci, che al castello di Trezzo sull’Adda è allestita una mostra dedicata al Genio in cui sono esposte 32 macchine in grandezza reale da lui disegnate. Da non perdere, sino al 20 ottobre.

  23. Ho acquistato il biglietto con minicrociera e aperitivo a bordo. Un esperienza carina. Il personale di bordo gentilissimo e i racconti di un po’ di storia del comandante durante il tour ben detti e simpatici.
    Non me lo aspettavo. Lo consiglio vivamente . A proposito anche l’aperitivo niente male.
    Ciao Marco.

Grazie di aver letto il post. Se desideri lasciare un commento sarò felice di leggerlo

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.