10 alberi imperdibili di Bergamo e provincia. Quanti di voi almeno una volta si sono soffermati a guardare un albero, grande e grosso, dalla forma meravigliosa e si sono chiesti “chissà cos’è e da quanto tempo sta lì, stagione dopo stagione, anno dopo anno”. A volte questi alberi sono talmente grandi e belli che possono essere davvero chiamati Monumenti. Ecco quini un elenco di alberi monumentali e non della provincia di Bergamo che dovete proprio abbracciare almeno una volta nella vita.
L’abbraccio dell’albero, che in apparenza vi potrà sembrare una fisima da pop art o l’atto eccentrico di una setta di frequentatori dei boschi, non è solo un gesto ispirato all’idea di produrre, e non sprecare, benessere fisico. C’è altro, molto altro.
Nella radicalità di questo gesto, che assomiglia molto al legame tra una madre e un figlio, tra due amanti, c’è il riconoscimento che la nostra vita non può prescindere dalla relazione con gli alberi. Ovunque. Anche dove rappresentano solo delle oasi del paesaggio urbano: parchi, giardini, strade alberate, piccoli angoli di verde. Abbiamo bisogno degli alberi, come loro hanno bisogno di noi e delle nostre cure. Tutto l’equilibrio della natura, qualsiasi discorso sulla sostenibilità, si poggiano su questa relazione che, purtroppo, tendiamo a spezzare, anche solo per incuria, per indifferenza, per ignoranza.
Più sotto troverete un elenco di 10 alberi imperdibili della provincia di Bergamo. Di questi , 8 fanno parte dell’elenco degli alberi monumentali, 2 invece ve li consiglio perché hanno una storia davvero carina, che dovete assolutamente conoscere. E, se li incontrate, non dimenticatevi di abbracciarli!
Ecco quello che troverete in questo articolo
Abbracciare gli alberi: ecco perché fa bene.
Abbracciare un albero: lo avete mai fatto? Un gesto straordinariamente potente, un incontro con la natura che ci ama e ci rigenera, una ricerca di benessere fisico e psichico. Non bisogna aspettarsi miracoli dagli alberi, che compongono un quarto delle 391mila specie di piante vascolari presenti sulla Terra, ma certamente esistono, e sono dimostrati sul piano scientifico, aspetti terapeutici legati al rapporto tra l’uomo e l’albero.
Gli alberi sprigionano gas che distribuiscono cellule natural killer: potenti difese immunitarie preziose per il nostro organismo, ossia proteine anticancerogene. Abbracciare un albero permette di assorbire i terpeni in modo diretto, non solo attraverso i polmoni con la respirazione, ma attraverso la pelle, con il contatto fisico tra il tronco e il nostro corpo. E più stringiamo il tronco, dove si addensano i terpeni, più riusciamo a stimolare una reazione del cervello che produce i salutari neurotrasmettitori.
Alberi monumentali a Bergamo e in provincia da abbracciare
E se abbracciare un semplice albero può essere così salutare, immaginate cosa debba essere abbracciare un albero monumentale!
Anni fa è iniziata anche in Italia l’opera di campionamento e categorizzazione degli alberi, quando nel 1982 il Corpo Forestale dello Stato lanciò il primo “censimento nazionale degli alberi di notevole interesse”. Il “notevole interesse” scaturiva da alcune caratteristiche della pianta come le sue dimensioni, la sua forma singolare e le sue qualità estetiche, oltre al suo valore storico e culturale. Si trattava della prima occasione in cui gli alberi venivano considerati nella loro singolarità e individualità più che come semplice categoria vegetale o ancora come risorsa economica. Con una maggiore consapevolezza della necessità di salvaguardare e valorizzare questi esemplari.
Da allora di tempo ne è passato e il censimento è continuato, anno dopo anno. Nel 2022 gli alberi monumentali censiti in Italia sono arrivati a 4.006. Di questi, 34 sono nella provincia di Bergamo (nella precedente rilevazione erano 27).
Possono essere considerati monumentali alberi appartenenti a specie sia autoctone che alloctone, purché abbiano determinate caratteristiche e non siano irreversibilmente danneggiati da un punto di vista sanitario. Analogamente, rientrano in questa categoria sia gli alberi singoli, a fusto isolato, che quelli in filiera, o le alberate, localizzati in contesti selvatici ma anche all’interno di centri urbani o in complessi architettonici come ville, monasteri, orti botanici o residenze.
Qui sotto ne trovate 8 + 2. Quelli che ogni volta che li vedo ho voglia di abbracciarli. Scopriamoli insieme.
I Cipressi calvi di Parco Marenzi
Se si cerca un modo rilassante per sfuggire ai caotici ritmi della città, il luogo ideale è l’ottocentesco Parco Marenzi nel cuore della parte bassa di Bergamo che è stato riaperto al pubblico da poco. Entrando la sensazione è di aver trovato un suggestivo giardino segreto con un laghetto al centro, celato dietro mura e invisibile dalla strada. Ci si immerge in un incantevole spazio verde ricco di alberi secolari affacciati sulle sponde di un laghetto artificiale. Qui si trovano incredibili esemplari di Cipressi Calvi. Sono meravigliosi in ogni momento dell’anno, ma li trovate nel loro massimo splendore in autunno, quando assumono una bellissima colorazione bronzea.
Se anche voi siete appassionati di foliage come me, ecco un tour che sono certa vi piacerà, che ho fatto l’anno scorso con una mia amica guida: Famolo Strano (in autunno) | Urban Foliage Bergamo: 7 luoghi dove fotografare il foliage a Bergamo città
I Pioppi del Parco di Sant’Agostino
Il Parco di Sant’Agostino si sviluppa intorno all’omonimo complesso dell’ex monastero e sopra due imponenti baluardi delle Mura Venete di Bergamo Alta, patrimonio Unesco. Sul margine di queste, in una posizione totalmente dominante rispetto ai quartieri sottostanti, si trovano tre pioppi secolari. Sono eleganti e sono uno vicino all’altro. La loro monumentalità è data dal valore paesaggistico davvero inestimabile: formano un inscindibile tutt’uno con il patrimonio artistico del luogo.
Se volete saperne di più sull’ex monastero di Sant’Agostino e sulle Mura Venete, ecco un paio di articoli che spero vi interesseranno:
- Il mistero della ex Chiesa di Sant’Agostino: la facciata che si legge come uno spartito musicale.
- Mura Venete di Bergamo: dal 2017 sono Patrimonio dell’UNESCO
La Zelkova di Brembate di Sopra
Una Zelkova del Caucaso, indubbiamente tra gli esemplari di alberi monumentali più interessanti in Lombardia, cresce possente e rigogliosa a Brembate di Sopra. Si trova nel Parco di Casa Serena, un’area verde aperta al pubblico che affianca la settecentesca Villa Sommi-Picenardi. Non potete sbagliarvi: si presenta con grandi dimensioni e con il suo particolarissimo tronco scanalato. Questa specie, anche conosciuta anche come Olmo del Caucaso, è stata introdotta in Europa Occidentale per scopi ornamentali e appare con una chioma fittissima costituita da foglie simili a quelle del carpino.
Se poi guardare in alto, verso il cielo, vi ha fatto venire voglia di guardare le stelle, a Brembate Sopra si trova anche la Torre del Sole, un parco astronomico tra i più belli della Lombardia. Per saperne di più, leggete: Torre del Sole di Brembate di Sopra: una serata sotto la luna a caccia di stelle cadenti. E i consigli per fotografarle
Il Bagolaro secolare a Brusaporto
Con un imponente globo di foglie che domina dalla rocca del castello la pianura, il Bagolaro di Brusaporto è il vero protagonista del paesaggio. Si trovano alla base dei resti di un’antico castello, con la sua chioma perfetta, su un fusto di circa 5 metri di circonferenza, ben ancorato alla ripida scarpata. Stupisce per forma e dimensione, ma anche per la sua incredibile capacità di ergersi imponente e verticale su un terreno davvero molto scosceso. Giunti all’albero vale poi la pena di salire fino al punto più alto della rocca per ammirare le colline, ricche di vigneti, alle spalle del paese; queste si possono apprezzare ancor di più pedalando lungo la Ciclovia dei Laghi Nord-Est.
Scendendo dai resti del castello vi segnalo un simbolo esoterico incastonato nelle pietre del muro di contenimento: Enigmi: tutto sul quadrato magico di Sator che ha ispirato l’autore del film “Tenet” e che si trova anche a Brusaporto (BG).
I cedri dell’Himalaia a Lovere sul Lago d’Iseo
Camminando sul lungolago dell’incantevole Lovere, cittadina ricca di arte e storia sulle sponde del Lago d’Iseo, è impossibile non notare le imponenti chiome arboree che sbucano sulla strada dal gradevole Parco di Villa Milesi. Avvicinandosi ci si rende conto della grandiosità dei due Cedri dell’Himalaya (Cedrus deodara). È davvero una bella sensazione giungere al cospetto dei possenti fusti delle due conifere monumentali: per le forme e l’eleganza sono davvero apprezzabili. Di questi solo uno è inserito nell’elenco del 2022 redatto dal ministero.
E già che siete a Lovere, vi consiglio una passeggiata sulla Promenade Lady Mary Montegou e una visita alla Basilica di Valvendra.
Il Cedro Deodara dell’Hymalaia ad Alzano Lombardo
Anche ad Alzano Lombardo, cittadina della bassa Val Seriana, si trova un imponente esemplare di Cedro dell’Himalaya. Lo trovate proprio all’ingresso del parco Comunale, appena varcato il cancello. E’ stato impiantato nel parco nel 1880. Oggi è alto 26 metri e misura 540 centimetri di circonferenza. Davvero impressionante, credetemi, per la sua mole. Lo si riconosce per i rami più alti che, invece di abbassarsi rispetto al tronco, si alzano. Un altro modo per riconoscerlo è l’estremità dei rami, dove i ramoscelli terminali sono lunghi, sottili e sembrano mani dall’indice teso ad indicare qualcosa.
Per terra si trovano, all’inizio dell’autunno, le infiorescenze maschili, simili a grossi bruchi color ruggine. L’albero degli dei (questa è la traduzione di deodara) si trova spesso nella versione pendula che prende forme bizzarre, simili ad animali e persone.
Se siete ad Alzano Lombardo, ecco qualche articolo, dedicato alle cose da fare e da vedere nella cittadina Seriana. Basta cliccare su questo link e arriverete ad una selezione di articoli che ho scritto nel corso di questi primi cinque anni di attività del blog.
Le tre sequoie monumentali di Clusone
Tra gli antichi vicoli della bella Clusone, cittadina dal glorioso passato nel cuore della Val Seriana, tre incredibili esemplari di Sequoia gigante si spingono verso il cielo sopra i tetti. Giungendo ai loro piedi si resta stupiti di come un così piccolo giardino possa ospitare degli alberi di tali dimensioni. Le tre conifere, alte 30 metri, dimorano infatti nell’esiguo spazio verde del seicentesco Palazzo Marinoni Barca, che oggi ospita l’interessante Museo Arte Tempo (MAT) dedicato all’affascinante mondo dell’orologeria e alla cultura della città storicamente più importante della Val Seriana.
Ecco qualche suggerimento per chi si trova a Clusone e ha voglia di girare questa splendida cittadina Seriana:
- Lo dicono i muri | A Clusone il murale di Joker sorride alle avversità e inneggia alla speranza
- 10 cose da fare e da vedere a Clusone in 4 ore, un pomeriggio d’estate. E 10 curiosità tutte da scoprire.
- Scoprire i segreti e la perfezione matematica dell’Orologio Fanzago di Clusone
- 4 curiosità per guardare con occhi nuovi La Danza Macabra e il Trionfo della Morte di Clusone, in Valle Seriana
I tre faggi secolari di Fuipiano
I Tre Faggi di Fuipiano si trovano a 1019 metri di altezza in un luogo conosciuto come “il tetto della Valle Imagna”. Dal paese partono escursioni interessanti attraverso prati e boschi lungo i crinali tra la Val Brembilla e la Valle Taleggio, sulla panoramica Costa del Pallio che porta verso il Resegone.
La località Tre Faggi prende il suo nome proprio da tre enormi faggi secolari. Queste piante monumentali sono caratterizzate da una forma molto elegante e sono poste accanto a un altare dedicato alla Madonna, racchiuso in un curioso recinto di ‘dolmen’ che ricorda architetture celtiche e che donano al luogo un tocco magico. Io ci sono stata in inverno, ma la camminata è molto bella anche con la stagione estiva.
Per saperne di più, leggete: Valle Imagna: trekking per tutti (anche con la neve) fino ai Tre Faggi di Fuipiano
Plà, il platano centenario che non voleva morire: una storia di resilienza tutta bergamasca
Ho cominciato relativamente tardi ad abbracciare gli alberi, lo confesso. Fino a pochi anni fa mi sembrava una cosa bizzarra ma questo albero è quello che davvero ho abbracciato più volte nella mia vita, qui a Bergamo. Si chiama Plà e la sua storia è commovente.
Se volete saperne di più leggete: Abbracciare Plà, il platano con tanta tanta voglia di vivere
L’Albero della Vita nella Basilica di Santa Maria Maggiore
Ed eccomi ad un albero che potrete abbracciare solo con gli occhi e a dir la verità neanche tutto. Si tratta dell’Albero della Vita, un affresco medievale che si trova su una parete della Basilica di Santa Maria Maggiore in Città Alta a Bergamo. La particolarità di quest’opera è che è di grandissimo valore, ma è comunque coperto in parte da un telero del 600 di grandissimo valore artistico anch’esso.
La storia è interessante e mi piaceva ricordarla qui, in questo articolo dedicato agli alberi di Bergamo.
Se volete saperne di più, leggete: Ammirare (immaginandolo intero) l’Albero della Vita in Santa Maria Maggiore
Note: le foto sono in parte mie e in parte recuperate in rete. Se vi è piaciuto questo articolo, leggete anche:
10 cose da fare a Bergamo e in provincia se vi piacciono gli alberi
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